Per 30 giorni, due elmi corinzi, numerosi lingotti di oricalco, i pezzi di un’ancora e una macina, restaurati, tutti risalenti al VI secolo avanti Cristo, resteranno esposti in apposite vetrine nel museo di Gela nell’ambito di una mostra inaugurata oggi da Sebastiano Tusa, soprintendente al mare. L’iniziativa, intitolata “dal mare al museo”, riporta a Gela materiale recuperato, negli ultimi 3 anni, nei fondali marini si contrada Bulala, a est di Gela, dove sono state localizzate tre navi arcaiche affondate col loro carico da una violenta tempesta. Una recuperata rimane nelle casse in attesa della progettata costruzione di un “museo del mare” dove poterla assemblare ed esporre. Mancano però i fondi.
Il soprintendente Tusa ha cercato sponsor trovandone uno nell’azienda orologiaia Hublot, che ha già un’esperienza di ricerca archeologica sottomarina a Creta, di vetrine antisismiche regalate al museo di Atene, e che ora abbina il suo logo agli oricalchi e alle navi arcaiche del mare di Gela.